
La storia di Giuseppe, un grave caso di ipertensione maligna. Parte 7.
16 Aprile 2025
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16 Aprile 2025Cresciuto in una famiglia di umili origini, dal padre ha imparato un forte senso del dovere. Giuseppe ricorda solo un insegnamento: il lavoro prima di tutto. Mi racconta questo in una delle nostre prime sedute. Gli incontri si svolgono con una modalità che prevede obbligatoriamente una misurazione seriata (almeno tre rilevamenti) dei valori pressori arteriosi prima dell’inizio del racconto e una misurazione seriata a fine incontro. In aggiunta a questo protocollo standard, aggiungo una misurazione ogni volta che Giuseppe manifesta un sintomo riconducibile ad uno stato di iperarousal (uno stato di iper-vigilanza che si manifesta con eccessiva sudorazione, respiro accelerato, tensione muscolare e sensazione di cardiopalmo). In una delle prime sedute racconta che, nella sua famiglia d’origine, era difficile iniziare qualunque altro discorso che non fosse collegato al lavoro. Anche quando, all’età di otto anni, aveva imparato ad andare in bicicletta, il padre aveva subito smorzato il suo entusiasmo sostituendo a qualsiasi complimento una frase semplice ma poco adatta ad un bambino della sua età: “se ti porta al lavoro più in fretta, potrai ripagarcela prima”. Ma questo non fu nulla rispetto agli eventi che sarebbero capitati da lì a breve.