
La storia di Giuseppe, un grave caso di ipertensione maligna. Parte 5.
16 Aprile 2025
La storia di Giuseppe, un grave caso di ipertensione maligna. Parte 7.
16 Aprile 2025Come abbiamo detto nel post precedente, Giuseppe presentava pochissimi fattori di rischio cardiovascolare e, in successive indagini, erano state escluse patologie come la narcolessia e la sindrome da apnee notturne (condizioni che possono generare improvvisi accessi di sonno diurni aumentando il rischio infortunistico). Il cardiologo che lo aveva preso in carico era preoccupato non solo per la farmacoresistenza, ma anche per ciò che era stato riscontrato con la TAC encefalo. Giuseppe presentava un quadro generativo ben poco compatibile con la sua giovane età: “estese ipodensità della sostanza bianca paraventricolare da sofferenza ischemica cronica. Numerose lacune ischemiche nelle regioni nucleo-capsulari.” Questa immagine spiegava molte cose. Una malattia della sostanza bianca può infatti causare problemi di memoria, equilibrio e mobilità, tutti sintomi confermati da Giuseppe e omessi ai colleghi per paura di ripercussioni da parte dell’azienda. Sintomi che in alcuni giorni si accentuavano a tal punto da non permettere al lavoratore di recarsi al lavoro (soprattutto quelli di tipo motorio) e che sicuramente erano la causa della sua caduta prestazionale. Questo quadro neurologico non doveva assolutamente peggiorare: la normalizzazione dei valori pressori diventava per Giuseppe una questione di vita o di morte, bisognava trovare qualcosa che aiutasse o amplificasse l’effetto farmacologico.